-Va bene, grazie. Questo è il guardaroba per i clienti. Ed il vostro?

-Sempre qui, Signore.

Piero si eclissò. Dopo un’ora, si avvicinò a Deborah, ormai insofferente e le disse:

-Ancora quindici minuti e ti riaccompagno a casa. Mi dispiace per quello che è successo. Non avrei voluto che accadesse proprio stasera, credimi.

-O.K. Piero, basta che ce ne andiamo. Questo posto mi mette i brividi.

Alteri tornò dal Commissario e dal Dottor Votto.

-Un’ultima cosa, dottore: dai sommari rilievi necroscopici che qui ha compiuto, si sentirebbe di escludere che la morte della donna sia avvenuta prima di quella dell’uomo?

-No. Se la cosa non sembrasse impossibile, direi che l’abbia preceduta.

-Grazie dottore. Ora so”. E così facendo si sedette ad una sedia, si versò un bel bicchiere di “La Favorita” (così almeno gli parve) e ammiccò in attesa dell’esplosione, che non tardò ad arrivare.

-Come.. sai? Cosa sai?

-So chi ha ammazzato la rossa e l’uomo.

-Cosaa? Come fai tu a dire una scemenza del genere?

-Merito delle cellule grigie. Andiamo.

-Andiamo? Ma dove?

-In cucina, ovvio.

-Ovvio?

Entrarono nella cucina, mentre le cuoche stavano per andare via. I poliziotti ostruirono la porta.

Piero osservò una ad una le persone lì presenti, poi il suo sguardo si fissò su una in particolare, e sui suoi capelli biondi.

-Eccola, quella è l’assassino. E così facendo Piero puntò il dito verso quella che delle persone lì presenti nessuno avrebbe mai sospettato.

-Adelina Pattini, la sguattera. L’hanno tradita i piedi. Ho frugato poco fa la sua borsa e ho trovato un tronchesino con un frammento d’unghia che abbiamo confrontato: è della vittima. E poi ho trovato una parrucca rossa..

E mentre diceva questo, quella fece volare il contenuto bollente di una pentola, che mancò per un soffio Piero. Poco dopo ammanettata fu portata via mentre inveiva contro i poliziotti, e scalciava come un’ossessa.

Giumenti e il dottor Votto, attenti, ascoltavano poco dopo la soluzione del delitto.

-Quando la vidi attraversare la sala con un’andatura incerta, mi chiesi il perché: traballava, i piedini in scarpe non adatte, col tacco altissimo. Avete mai osservato per strada le donne che calzano questo tipo di scarpe? Chi le sfoggia, lo fa con nonchalance, perché per arrancare su trampoli come quelli ci vuole qualcosa in più. Quella invece arrancava a disagio. Mi dissi che forse era per agitazione, e per quello entrai nell’angolo privè e trovai il cadavere. Poi vidi il resto, ma solo dopo desunsi che anche una donna era stata lì e mi ricordai della rossa. Già la rossa: mi ricordo che anche quei capelli avevano qualcosa di strano. L’ho capito poco fa: erano dei capelli biondi che sfuggivano da sotto; ma lì per lì non ci ho fatto caso. Abbiamo trovato la borsetta. Ecco, quello è stato il primo indizio che mi ha fatto dubitare della colpevolezza di Lucilla: per quale motivo una che ha ucciso e che ha tutto l’interesse ad eclissarsi prima che altri si accorgano della sua presenza, lascia dietro di sé una borsetta coi suoi documenti? Il cadavere sembrava essere stato ucciso una decina di muniti prima che io fossi entrato: questo avvalorava la colpevolezza della donna vista allontanarsi subito dopo. Poi tempo dopo si trova la donna, morta, in bagno. Sembrerebbe suicidio col cianuro, il più classico dei delitti passionali: Ma poi perché? L’uomo aveva i pantaloni semi-abbassati, l’indizio di un rapporto sessuale che non era ancora cominciato ma che lui avrebbe avuto forse voglia di cominciare: quindi qualcosa che stava per avvenire.

Ma lei uccide, almeno così sembrerebbe e va via lasciando la sua borsetta. Non quadra. Quindi è accaduto altro. Mi lascia perplesso la freddezza del cadavere, quasi che fosse morta prima dell’uomo. Ma ciò non poteva essere. Io l’ho vista coi miei occhi pochi minuti prima, e del resto il portiere ha detto che nessuno era uscito dal locale: quindi doveva essere andata in bagno. E lì..Ma anche lì troviamo indizi incongruenti: a parte il fatto di una che si suicida seduta sul water, cosa veramente strana, noto i piedi della vittima: calzano perfettamente le scarpe, non ci navigano dentro. A quel punto mi viene un sospetto: chiedo al dottore di snudare i piedi dalle calze e noto prima che il dottore abbia tolto entrambe le calzature, che su un piede si nota sotto la calza velatissima i rilievi della pelle laddove essa era segnata dalle stringhe della scarpa, necessarie a fermare il piede; solo che le stringhe abbracciano un’altra parte della pelle e lì non hanno prodotto identici segni. Terzo sospetto: le unghie: sono tagliate, mentre quelle delle mani sono lunghe e curate.

-Che c’entrano le unghie? Le unghie dei piedi son sempre corte: qui non ti seguo.

-Certo, ma quelle delle donne non sono corte come quelle degli uomini, di solito: e sono almeno curate. Ma queste no: queste sono tagliate il più possibile. E allora mi chiedo: per quale motivo si è tagliata le unghie dei piedi prima di uccidersi?