“E sarebbe?”. “A tempo debito. E il mandato?”. Mezzora dopo, con il mandato firmato dal magistrato, erano tutti e tre presso l’abitazione del portiere. Entrarono. Dopo un’ora di ricerche, si trovò una borsa di pitone. Ma la lingua... che ne aveva fatto? E non trovarono neanche strumenti taglienti che fossero compatibili con quelli usati per recidere e cauterizzare la ferita. Forbici? Sì le aveva, ma erano quelle delle unghie.

La sorella due ore dopo la riconobbe: era di Elisa. Scattò l’arresto, per omicidio volontario, aggravato dalle sevizie e dagli atti di libidine violenta.

-“...  e per di più, anche se non era certamente vergine, i rapporti orali non gli erano mai piaciuti visto che il sapore o l’odore dello sperma le provocava il vomito: quindi vi era stata costretta, e siccome presumibilmente prima di quel tragico appuntamento immobiliare, non era accaduto nulla altrimenti sarebbe andata a sporgere denuncia o si sarebbe confidata con qualche amica o avrebbe chiamato la sorella, perché non è pensabile che una donna dopo esser stata violentata vada ad un appuntamento di lavoro come se nulla fosse, è chiaro che dev’esser stata violentata e uccisa quasi nello stesso momento. E siccome il portiere non ha alibi e la borsetta stava a casa sua, il colpevole è lui”, concluse Ambrosiani, davanti ad un questore compiaciuto.

“E come ci è arrivato lassù il cadavere?”, chiese Bontempelli.

“Sapevo che me l’avreste chiesto. Vi siete scordati che lo stabile era ancora in ristrutturazione e stavano togliendo i ponteggi? Questo l’ho saputo da alcuni vicini. Per di più con delle scale interne. Ecco come sono arrivati sul balcone. Lui le avrà detto che la tapparella era alzata e la finestra aperta, ha fatto in modo che salissero assieme, e poi lì sul balcone l’ha costretta ad un rapporto orale con la minaccia di qualcosa e poi l’ha uccisa. E siccome sarebbe stato rischioso riportarsela appresso, l’ha lasciata lì. Lui è ridisceso per la stessa strada. Tenendo conto che i balconi non hanno ringhiera ma strutture in cemento, visto che sopra a quel balcone i ponteggi erano stati tolti, altrimenti gli stessi operai se ne sarebbero accorti, nessuno si è accorto che lì per terra giaceva il cadavere della Elisa”.

“E per quale motivo allora non potrebbe esser stato un operaio edile a violentarla ed ucciderla, frugare nella bella borsa e poi non avendovi trovato nulla, buttarla via, cosicché poi l’avrebbe trovata il portiere?”.

“Perché lei sa benissimo Bontempelli che le ditte edili non lavorano il sabato da noi”.

“Comunque sta facendo un errore, Ambrosiani. Liberi il portiere, altrimenti sarò costretto a indire una conferenza stampa e a dire una cosa che farebbe scombussolare il suo castello di carte da cima a fondo”.

“E sarebbe?”.

“È vero che in quel palazzo sono stati usati ponteggi, ma non per quel lato, dove non vi era nulla che giustificasse i lavori. E così da quel lato I PONTEGGI NON SON MAI STATI MESSI. E allora?”.

“Lei è uno...  Non me lo poteva dire prima !”.

“E toglierle un minimo di soddisfazione?”.

I giornali il giorno dopo riportarono la scarcerazione del povero portiere, per cui per di più sarebbe stata una vera fatica arrivare lì sopra al balcone, invalido ad una gamba.

Si parlava di un fantasma assassino, quando avvenne l’ultimo atto:

il portiere fu trovato assassinato nella guardiola, colpito a bruciapelo alla nuca, neanche un giorno dopo la sua liberazione.

“Gli hanno chiuso la bocca per sempre”.

Fu Ambrosiani a scandire le parole, alla presenza del questore, del magistrato, e del medico legale.

“L’assassino ha colpito ancora”.

“Ma sarà l’ultima volta”, fu la sparata di Bontempelli che in quel momento era entrato.

-“Come fa ad esserne tanto sicuro, Bontempelli?”.

-“Perché io so come sono andati i fatti”.

2^ SOLUZIONE

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“Lei, Commissario, disse una cosa due giorni fa, ma non vi dette importanza, poiché il suo discorso era rivolto ad altro: disse che l’assassino in via teorica sarebbe dovuto essere un appartenente all’Immobiliare da me gestita. Era vero. Ora so chi ha assassinato prima Elisa e poi il portiere. Ma a differenza del mio collega spiegherò prima come ha fatto ad assassinare la donna, perché solo così capirete chi possa essere. L’assassino ha usato un trucco: ha portato con sé un sacchetto per raccogliere la polvere negli appartamenti, sa uno di quelli di carta, bello pieno, oltre ad un ventilatore, di quelli che girano su sé stessi. Ha costretto la ragazza ad un rapporto orale contro volontà, mentre l’aveva legata mani e piedi, e poi l’ha strangolata. L’ha presa in braccio o in spalla e l’ha quindi deposta sul balcone. Poi ha chiuso la finestra e abbassato la tapparella. Ha guadagnato l’uscita e quindi ha messo il contenuto del sacchetto di polvere davanti alla soglia e dietro il ventilatore, lo ha messo in funzione, e ben presto la polvere si è distribuita per la stanza.