Solo che quello che gli aveva appena detto il portiere, non faceva che confermare quanto del resto tutti avevano sospettato sin dal principio: una serratura non manomessa, uno scasso simulato, persone non sconosciute che erano state in quel palazzo negli ultimi giorni, significano solo che il delitto era stato consumato da chi conosceva assai bene le abitudini e gli appuntamenti di lavoro della vittima. Quindi qualcuno che, per forza di cose, doveva per forza lavorarvi assieme.   

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“E siamo arrivati al dunque: Quis est? Cui prodest…

“Lei non ha alcuna idea?”.

“Innanzitutto, vorrei leggere la perizia necroscopica, casomai potesse indirizzarci verso qualche direzione più sicura... Eccola qui: il dottor Amboissy me l’ha consegnata ieri sera. Allora... ecco qui, pagina 4: “...nessuna violenza carnale apparente. Tuttavia un certo odore nel cavo orale e una macchia sul colletto della camicetta che indossava mi hanno indotto a qualche esame supplementare: la vittima ha fatto del sesso orale prima di morire, o almeno quella mattina. L’esame dello stomaco ha rivelato una certa quantità di liquido seminale incompatibile con una sola eiaculazione. È morta per strangolamento, ma il modus procedendi  è singolare: non ci sono profondi solchi nella cute del collo, come nel caso di un brutale strangolamento, e tantomeno i globi oculari sono estroflessi: parrebbe quasi che sia morta per soffocamento più che per strangolamento. Inoltre il perizoma nero era indossato al contrario. La recisione della lingua può aver contribuito al soffocamento. Si notano, inoltre, segni rossi ed abrasioni sulle cute dei polsi e delle caviglie, segno che è stata legata da viva mani e piedi, e lo stesso segno ivi riscontrabile è quello anche riscontrato sulla cute del collo... ”.

“Dice delle cose interessanti, ma che occorre verificare. Avete indagato se la vittima avesse o meno parenti, qui in città?”.

“Non è di queste parti. È originaria dell’entroterra parmense, ed è lì che abbiamo scovato i suoi genitori. Dovrebbero essere qui a momenti, assieme alla sorella minore, che viveva con Elisa e che è andata via circa tre giorni prima dell’omicidio”.

“Questore, il Commissario Ambrosiani”.

Entrò il Commissario. Era raggiante.

“Ho risolto il caso!”. Poi vedendo le facce dubbiose dei suoi interlocutori, aggiunse:

“ Almeno, spero”.

1^ SOLUZIONE

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“Cioè lei, ancor prima di leggere il rapporto ufficiale del medico legale, pensa di aver risolto il caso?”.

“Penso di sì. Avrei bisogno comunque di un mandato di perquisizione”.

“E nei confronti di chi?”.

“Del portiere”.

“Il portiere?”.

“È stato reticente”.

“In che occasione?”.

“Per le chiavi degli appartamenti. Una chiave è quella che aveva la vittima, un’altra l’aveva lei, giacché a mia insaputa l’altro giorno dopo esser andato via ufficialmente, con lei Signor Questore e col magistrato, si è introdotto nuovamente di soppiatto e ha fatto vedere qualcosa della serratura. E son 2. E dalla signorina Gioia, una sua impiegata, veniamo a sapere che erano 3 in Vs. possesso. La terza chiave? Sparita. Dico io: usata dall’assassino, che quindi potrebbe essere anche uno dell’Immobiliare. E che quindi sarebbe stato visto dal portiere che, sabato mattina, dice di aver salutato la sig.ra Elisa. Ma lui nega: nessuno era in compagnia della sig.ra, né prima ha visto qualcuno dell’immobiliare qui. Insomma c’è un assassino fantasma. E invece... ”.

“Invece?”.

“Ecco, vi siete accorti di una piccola cassettina, seminascosta nell’ingresso dell’appartamento dove si è svolta la tragedia? No? È la centralina dell’antifurto. Perché vedete, e mi sembra strano che il nostro caro Bontempelli non ce ne abbia parlato, gli appartamenti sfitti sono dotati di antifurto. Tutti gli appartamenti sfitti sono dotati di antifurto, poiché si son verificati casi di tossici si sono introdotti in appartamenti sfitti, o gente che non aveva casa e poi quando sono andati via, hanno lasciato i locali in stato pietoso. Tuttavia la cosa è un po’ più interessante. Giacché gli appartamenti sono sfitti, non avrebbe senso lasciare in casa il comando per disattivare l’antifurto qualora vi fosse l’ introduzione furtiva di qualcuno. E così il comando che disattiva la sirena e il lampeggiante, è ubicato assieme a questi due, nella guardiola del portiere. Ma la cosa è ancora più interessante, perché l’antifurto oltre che essere spento, viene acceso sempre e solo dalla guardiola. Quindi necessariamente si deve passare dalla guardiola, prima di andare a visitare gli appartamenti. Ora lui dice che nessuno è salito prima e nessuno stava assieme alla donna quando è salita. Quindi qualcuno stava dapprima. E allora per quale motivo l’antifurto non è scattato? Glielo dico io: perché lui l’antifurto l’aveva già disattivato. Dice lui di averla salutata dalla guardiola, ma chi ci dice che invece l’abbia incontrata in altro posto? O non l’abbia incontrata affatto? Oppure... le abbia detto, con una scusa, che c’era stato un danno all’antifurto e la casa non si poteva visitare, e le abbia indicato un’ altra via più comoda per salire nell’appartamento?”.