Li scrutò uno ad uno. Marco Franzutti era un bel giovane, alto, biondo, con un mento pronunciato ed uno sguardo franco e sorridente: un bel tipo, lui pensava ma non sapeva nulla ne lui mai aveva mai rivelato alcunché della sua vita privata. Ma Gioia, sussurrava che i due avevano una storia: Elisa parlava di uno che l’avrebbe sposata, ma certamente Franzutti di tutto dava tranne che di uno che volesse sposarsi. Adone Ripaldi, a discapito del nome, era brutto quanto un rospo. Ma in compenso aveva un’intelligenza straordinaria. Aveva tante amiche, ma neanche uno che lo filasse: avrebbe potuto covare un sentimento di odio represso, nei confronti di tutte coloro che gli si rivolgevano per avere consigli, ma neanche una per uscirci di sera? Sicuramente sì. E in più era anche un represso, sessualmente parlando: uno che parla di Bibbia, e poi di Bibbia, e ancora di Bibbia, non vuoi che lo sia almeno un po’?

Gioia Peloritani, era invece fresca, come una rosa. Indossava un abito soffice, a fiori gialli su tessuto rosso, molto molto corto. E poi aveva la “pessima” abitudine di aprire le gambe, quando era seduta: pessima perché così il rendimento degli altri, quando lei era presente, non era così eccelso come quando lei era assente. Non era certo l’amica del cuore di Elisa, e del resto non erano certamente simili: lei provocante e “alquanto leggera”, Elisa così piena di sé e che non si sarebbe concessa se non ad un partito conveniente. Negli ultimi tempi c’erano stati anche degli screzi piuttosto rumorosi. Avrebbe potuto ucciderla: mah forse sì, forse no. Sicuramente in preda all’ira, avrebbe potuto ucciderla.

E infine Paolo Resta, il più anziano. Cinquantenne, gioviale, giovane d’aspetto, bell’uomo, aveva un grande successo con le donne; e non si poteva negare che non fosse meritato. Inoltre Gioia, che pare l’avesse provato, diceva che era un gran uomo, “a letto” s’intende, visto che di altri discorsi lei non sapeva che farsene, anche se era dannatamente brava a vendere. E del resto lui ci provava un po’ con tutte. Anche con Elisa ci aveva provato, ed era andata a finire quasi con un fidanzamento ufficiale. Poi tutto si era rotto: l’imene di Elisa, il fidanzamento, la promessa di matrimonio. Ma era rimasto anche il rimpianto, in quanto non sopportava che lei guardasse ed uscisse con qualcuno: reazione strana, da parte di uno che l’aveva lasciata!

Insomma tutti e quattro avrebbero potuto avere un movente per ucciderla: gelosia, odio, rabbia, paura.

Doveva innanzitutto sapere dal portiere, se fosse venuto qualcuno in quei giorni, di quelli di sua conoscenza, per altri motivi che non per far vedere un appartamento a qualche compratore: da quello che si ricordava lui, negli ultimi due mesi, c’erano stati solo sei visite e nessuna per quell’appartamento, quello in cui era stato trovato il cadavere di Elisa.

Fece il numero del portiere. Rispose la moglie: il marito era nella guardiola. Le disse di chiamarlo: avrebbe aspettato alla cornetta. Poco dopo, sentiti dei passi sommessi e dei  brontolii,  infine il portiere rispose.

“Improvvisamente tutti volete sentire le stesse cose. L’ho già detto alla Polizia: nessuno che io non conosca è venuto negli ultimi venti giorni. Ovviamente, ci sono i due ultimi proprietari, ma quelli poveretti non si muovono neanche più. E poi ci siete voi della Immobiliare. Posso giurare, e lo sapete bene, che non mi muovo mai dalla guardiola durante il servizio, quando il portone rimane aperto, e che mi muovo da lì solo dopo averlo chiuso. E quando ciò avviene, possono accedere al palazzo, solo coloro che ne possiedono le chiavi: cioè i proprietari che non si muovono e voi. Traete voi le conclusioni. Buongiorno e scusatemi, ma ora devo riandare ad aprire il portone, e voi sapete che è una faticaccia, chiuderlo e aprirlo: del resto vi ostinate a non cambiarlo. E che volete allora?”.

E con malcelata rabbia chiuse il ricevitore in faccia al povero Bontempelli, che si chiese che male mai avesse fatto per sentirsi rinfacciare quelle accuse.

 La colpa è mia, se il Ministero della Difesa, di cui lo stabile è proprietà, non vuole sganciare una lira?”.

Del resto, la copertura che i Servizi Segreti gli avevano assicurato era perfetta: apparentemente era a capo di un’agenzia immobiliare, che era la copertura di una sezione segreta, e si doveva, al momento, occupare della vendita di 20 appartamenti su 7 piani, compreso il pianterreno, di uno stabile, di proprietà del Ministero.

I prezzi richiesti, piuttosto esosi, gli avrebbero dato la possibilità di giochicchiare per del tempo, e poi, se qualcuno avesse davvero comprato, gli avevano assicurato che avrebbe ricevuto un premio. Insomma per Bontempelli non andava così male.