Ragazze smarrite di Marco Vichi, Guanda Noir 2021.

Firenze, marzo 1970. Mancano pochi giorni alla pensione del commissario di Pubblica Sicurezza Franco Bordelli (il 2 aprile compirà sessanta anni). Dopo aver risolto i casi di un serial killer, di una giovane ragazza assassinata e di un povero vecchio aristocratico, ecco che sta per arrivare il meritato riposo. Sperando che tutto fili liscio fino all’ultimo giorno. Niente da fare.

Sul greto di un piccolo fiume del Chianti, in località Passo dei Pecorari, non lontano dalla sua casa, viene trovato il cadavere di una bella ragazza drogata e probabilmente stuprata. L’assassino non dovrà cavarsela. Parola di Franco Bordelli.

In seguito verremo a sapere che si tratta di Carmela Tataranni (strizzatina d’occhio ad un altro personaggio giallistico, e così sarà per il commissario De Luca), meglio apprezzata come Mélodie, modella di Bologna. Conosceremo la sua storia attraverso il racconto dell’amica Orlanda. Una vita di feste, festini, bagordi, morfina, cocaina, balletti rosa, dedita alla ricerca del lusso, del facile guadagno. Una delle tante ragazze “smarrite”, sfruttate e abusate dai giovanotti ricchi e annoiati della “buona” società, magari con il braccio teso alla “Heil Hitler!”, e di tutti quelli che gli girano intorno. In una Italia, secondo il nostro commissario, dove “sentiva brulicare un disgustoso formicaio di malaffare, di volgarità, di smania di potere…enormi bugie, sudiciume, denaro sporco di sangue…omuncoli senza scrupoli, politica squallida, anime marcite…” Da pensionato meglio ritirarsi in campagna a fare il contadino.

Ma ora deve trovare a tutti i costi il colpevole o i colpevoli. Anche attraverso le intercettazioni e con l’aiuto dei suoi sottoposti. In particolare una villa dove avvenivano i disgraziati festini. Dunque al centro il nostro commissario con la compagna Eleonora (vero, grande amore), l’amica ex prostituta Rosa, la zia Costanza, il cane Blisk, il Maggiolino, le sue letture, gli incontri con la cartomante, le passeggiate, le mangiate e bevute soprattutto da Totò. E poi i ricordi della famiglia, dell’infanzia, della sua vita da soldato, incorniciata con quelle dei suoi amici della “Confraternita del Chianti” a delineare un quadro dell’Italia durante e dopo la guerra anche attraverso il dialetto toscano. Storie di violenza, sofferenza, paura, incubi, miseria, atti di coraggio, sparatorie, morti. Tanti morti. Un uomo, Franco Bordelli, allo stesso tempo sorridente, malinconico e tenace che non demorde dalla ferrea volontà di difendere i più deboli. Fino all’ultimo giorno del suo mandato. Anche se deve vedersela con figli di padri altolocati e potenti che cercano di “appianare” la vicenda in tutti i modi.

Ce l’ha fatta. E ora?…