Il giallo è morto. Non vi spaventate. E’ il solito inizio a sorpresa per attirare l’attenzione dei lettori. Tutto è nato dal fatto di avere acquistato il libro di Jean Patrick Manchette Le ombre inquiete pubblicato dalla Cargo edizioni nel 2006. Chi è Manchette lo dovreste sapere. E’ uno che di gialli se ne intendeva. E li scriveva pure. Bene, a pagina centoottantatre mi sono imbattuto in questo concetto” Ora che ha la sua nicchia di mercato, con tanto di apparato di critici specializzati, anch’essi sistematisi nel mercato, il giallo non cambierà più, non conoscerà più sviluppi degni di nota. E’ morto”. Questo negli anni ottanta. Poi, scuriosando in internet, mi sono ritrovato davanti ad una recente intervista a Loriano Macchiavelli. Anche chi è Macchiavelli lo sapete senz’altro. Inutile dare ragguagli. Per lui la stessa zolfa: il giallo, più precisamente il noir, non è visto più come un punto di squilibrio nella società, come un virus in un corpo sano e proprio l’affermazione del giallo rappresenta, paradossalmente, la sua sconfitta. Se non è morto sta morendo. O è giù di lì.

Poi ho sbattuto la faccia  in L’assassino degli scacchi, un breve racconto che dà il titolo ad un libro di Benoit Rittaud, pubblicato nel 2004 dalla Barbera editore. Qui abbiamo lo scontro in tre partite via internet tra il campione del mondo Viniyarin e un certo Marco. Marco vince e in seguito viene trovato ucciso nella sua casa con un colpo in testa dovuto alla sua stessa mazza da baseball sulle quali ci sono le impronte del campione del mondo. Il caso è risolto. Manca solo il vero movente che l’ispettore vuole scoprire dato che, secondo lui, non può essere dovuto al risentimento per le tre partite perse. Scopre che Marco aveva barato giocando per mezzo di un software. Dunque il campione del mondo aveva voluto uccidere l’arnese infernale che, secondo lui, avrebbe distrutto un gioco leggendario. Idea tutt’altro che isolata venuta fuori da molte parti non appena il cervellone di silicio riuscì a battere il vero Re del “nobil giuoco” in carne ed ossa Garry Kasparov. Come a dire la morte degli scacchi.

Sono rimasto scioccato. Due “giochi” (nel senso di passioni) a me cari volati in cielo o all’inferno (al purgatorio non ce li vedo). Allora ho tirato fuori dai cassetti con un certo tremore le riviste. C’erano tutte. In primis “Sherlock Magazine” e poi “Delitti di carta”, “Il falcone maltese”, “Noir”. Poi ho cercato i ritagli di giornali e riviste che riportavano articoli sul giallo. Ed ecco che cosa ho trovato:”Anche al serial killer piacciono le bionde”-“Il detective di New Orleans sopravviverà all’uragano?-“Indagine sul set del “Mago di Otz””-“E se Sandro Veronesi fosse l’assassino?”-“Un ambiguo omicidio in Messico”-“Un Sessantotto in giallo”-“Il detective Dante Alighieri”-“Quegli intrighi dell’antica Roma”-“Il diabolico serial killer che si sentiva un dio”-“Omicidio a Dublino sulle orme di Joyce”-“Come fare a pezzi la mamma in un tranquillo borgo inglese”-“Montalbano e l’Italia sudicia”-“Scacchi e crimini al Cral del Monte”-“Kay  Scarpetta fa parlare i morti”-“L’arbitro è morto, giallo allo stadio”-“Poliziotti ruvidi e donnaioli”-“Ispettore Delicato, il caso stupri è suo”-”L’assassino ha i minuti contati”- “Quando l’investigatore ha la tonaca nera”-“Come sopravvivere a una mamma serial-killer”- “E l’assassino si nasconde dietro Euripide”- “Un giallo capitolino tra Gadda e Fellini”-“Quando il carteggio tradisce l’assassino” “Thriller apocalittico e storico”-“Minaccia al cuore della Casa Bianca”-“E’ un mistero la morte di Poe”-“Detective per caso nella Ville Lumière” ecc…ecc…ecc…Non contento sono corso a perdifiato nelle librerie di Siena per accertarmi “de visu” di questa triste faccenda. Ma non ci sono neppure potuto entrare tanto era forte il tanfo dei corpi sbudellati e l’urlo straziante di bambine violentate. Il giallo è fin troppo vivo! (E quindi morto?). Poi sono ritornato a casa e mi sono buttato sul computer scorrazzando come un matto sulle tre milioni di partite del mio database. Anche gli scacchi sono fin troppo vivi! (E quindi morti?).

Questo fatto della morte del giallo e degli scacchi mi fa venire in mente altri tipi di morte. Come quella del romanzo, per esempio. Ogni tanto qualcuno si dà la briga di approntargli un magnifico funerale. Solo che lui si incazza e non ne vuole sapere di entrare nella bara.