Mi sono sempre piaciuti i racconti. C’è stato un tempo in cui andavo proprio pazzo per i racconti. Soprattutto per quelli di Maupassant che sembravano sgorgare dalla penna puri come l’acqua di sorgente. La parola giusta e il numero giusto. Né una in più, né una in meno. Il racconto è facile da maneggiare e incorporare. E poi se non va bene, se non ti va bene, si passa ad un altro senza tanti problemi, senza troppi rimorsi come può capitare, invece, con un romanzo che a lasciarlo in disparte un po’ dispiace. In questi ultimi tempi ne ho letti di racconti. Di racconti gialli (intesi in senso lato) voglio dire. Per cui quando ho preso in mano l’antologia Tutto il nero dell’Italia a cura di Chiara Bertazzoni, edito da Noubs

2007 (che nome strano!) mi sono sdraiato sulla sedia (naturalmente a sdraio) e in una oretta (o giù di lì) me li sono divorati tutti come le paste che divoravo (spesso con gli occhi) da ragazzo.

Una bella antologia, che non arriva al livello di “Anime nere” della Mondadori (qui ci sono scrittori di grande esperienza) ma davvero una bella antologia e mi ci gioco la reputazione che sono venuto (credo) conquistandomi in questo campo. Solo un racconto non l’ho potuto leggere per intrinseca avversione verso un certo modo di scrivere. Tanto per non far torto alla mia innata sincerità.

Elemento che accomuna tutti (o quasi) questi racconti è

la disperazione. Privata e sociale. Legami che si spezzano, amori che si squarciano, impulsi inconfessati, violenza (verso gli altri e l’ambiente che ci circonda), favole che non ci furono, odio, vendetta, sacrificio. Tutto porta alla disperazione. E alla solitudine. Fredda, impassibile. Non c’è luce in questi racconti, non c’è il domani. Qualche volta la Nemesi che riporta l’”equilibrio” ma al punto più basso.

E non c’è verbosità. Il dolore è trattenuto da una prosa asciutta ed essenziale senza tanti svolazzi retorici come un groppo in gola. Come ne “Il dente” di Gianni Tetti a mio avviso il racconto più emblematico e più bello di tutta l’antologia.

Bravi ragazzi! E bravi anche quelli che non sono più ragazzi.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it