James Crumley se n’è andato via l’anno scorso lasciandoci due figure indimenticabili: Milton Chester Milodragovitch, Milo per gli amici, e C.W. Sughrue. Il secondo lo trovate ne L’ultimo vero bacio, il primo ne Il caso sbagliato, Einaudi Stile Libero 2008, che qui presentiamo.

Milo, padre e madre alcolizzati morti suicidi e lui che cerca di non deluderli, è in ambascia. Fino a poco tempo fa “tallonava coniugi infedeli” e ciò gli bastava per tirare avanti. Con la nuova legge sul divorzio non c’è più bisogno dei suoi pedinamenti. Ma

la signorina Helen Duffy (bona la su’ parte) gli chiede un’altra cosa: ritrovare suo fratello scomparso. Un bravo ragazzo, si capisce. Come succede nelle migliori storie dove tutto è il contrario di tutto. E allora il “bravo ragazzo” non è poi così tanto bravo e va a finire che ci lascia le penne. Magari in un  cesso degli uomini in uno dei tanti bar di Meriwether, cittadina di cinquantamila abitanti con i suoi problemini da risolvere.

Milo, dunque, ex vicesceriffo, sposatosi due volte con la seconda moglie scappata di casa e morta in un incidente stradale. Due figli “sul groppone” avuti dalla prima moglie. Ufficio al terzo piano di un palazzo ereditato dal nonno. A lui solo un affitto vantaggioso. Il resto ad una società di gestione immobiliare. Sua dimora una capanna di tronchi sulla riva di un fiume. Onorario un centone al giorno più le spese. Centocinquanta se la cosa è urgente. Si sposta con una vecchia Toyota 4x4. Amico Simon Rome tra galera e ospedale psichiatrico. Più amici alcol e fumo di ogni tipo. Sgangherato in una realtà sgangherata dove violenza, sesso, droga, anfetamine, marijuana, pasticche, speed, ladri, puttane, omosessuali e tutto il marciume che viene fuori dagli angoli delle strade è roba di tutti i giorni. Come la corruzione dilagante, le scazzottate e le sparatorie.

Ricordi, incontri tra passato e presente (imponente e ingombrante la figura paterna) a rendere più vero e complesso il personaggio. Nessuna illusione. Istintivo, realista e cinico con qualche sprazzo di luce. Helen gli infonde speranza “la speranza in un mondo migliore e più pulito dove un uomo e una donna potevano mettere su famiglia in santa pace”. Un luccichio che ritorna presto nel buio. Sesso al momento quanto basta e una lacrima che può scorrere all’improvviso. Ma non è tristezza.

Prosa ora secca, energica, scattante, ora più ampia e distesa a definire un paesaggio, a riesumare un ricordo, ora più intima nella ricerca di un senso da dare alla vita (che non c’è). Traduzione impeccabile di Luca Conti.

E dunque un bel libro. Bello e sbrindellato. Magnificamente sbrindellato.

 

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