Caccia al tesoro di Neil Gordon, A.E.W.Mason e J.S.Fletcher, Mondadori 2020.

L’eredità introvabile di Neil Gordon

“L’avventuriero Peter Kerrigan è a spasso per Euston Road quando assiste a un furto in diretta: un ladro deruba un uomo del portafogli e fugge verso di lui. Con un rapido gesto, Peter recupera il maltolto e cede alla curiosità di controllarne il contenuto. Trova così una lettera, scritta da parte del fratello del derubato, che menziona una cifra faraonica (aggiungo io un milione di sterline). Il mandante della lettera, un tranquillo bibliotecario, risulta tuttavia scomparso. L’incontro dà inizio a una caccia al tesoro costellata da inganni e omicidi”. Ora Peter si dà da fare per rintracciare questo John Hone bibliotecario al castello di lord Claydon. Solo che lì trova l’amico ispettore Fleming di Scotland Yard e scopre pure che il nuovo bibliotecario è stato ucciso e che nel castello si nasconde, addirittura, un tesoro…

La caccia ha inizio con le domande che fioccano e bisogna pure interessarsi al passato del vecchio lord Claydon. Una vera e propria rocambolesca avventura a cui non manca niente: morti ammazzati, ricatti su ricatti, travestimenti, ricami con citazioni tratte dall’Amleto che vanno decifrate perché potrebbero portare al famoso tesoro conteso da tutti, gangster di Chicago, il Duchino e parte finale ricca di colpi di scena. Peter Kerrigan è un personaggio veramente particolare, eccentrico, simpatico, multiforme, botta e risposta con gli abitanti della casa dai quali è malvisto. Prosa viva, frizzante, ricca di ironia e umorismo insieme a movimento, mistero, brivido, paura. Ma il tesoro esiste davvero? E sarà trovato?…

Il voto del capitano di A.E.W. Mason

Chi narra in prima persona è il signor Martin Legatt della Società forestale che vive in Birmania. E racconta di come ha conosciuto il capitano Michael Crowter sul piroscafo Dragonet e la sua vita. Di quando, prima di andare via, ricevette un sacchetto dalla moglie Shew At contenente una certa quantità di monili che le aveva regalato. Tra cui uno zaffiro, gemma bellissima che “sembrava mandare fiamme turchine.” E da qui cominciano i guai legati al suddetto zaffiro…

I due si ritroveranno a Mandalay dopo essere stati a Londra, Michael vuole ritornare con la moglie e la figlia ma Shew At si è risposata. Tristezza e dolore. Poi sparisce e ancora una nuova storia, ha cambiato nome, è diventato buddista. Tutto gira, dicevo, intorno alla preziosa gemma che troveremo come ornamento di una pagoda e, addirittura, al collo della bella ragazza Imogen di cui il nostro Martin si innamora. Il racconto è costellato di viaggi, di visite turistiche particolari, dentro una “atmosfera di fato e di mistero”, pregna di inquietudine, di incontri e scontri, di dubbi, perplessità, in ambienti diversi che rappresentano società diverse delineati con cura e precisione.

La farfalla del Massingham di J.S. Fletcher

Siamo a Epsom nel 1908. Al detective Campenhaye arriva la richiesta di un incontro con il prestatore su pegno Penkfether, che si trova di fronte ad un problema ben strano. Il marchese di Massingham gli ha chiesto duemila sterline lasciandogli come pegno la famosa Farfalla fatta di diamanti finissimi che valgono un patrimonio. Solo che le era già stata data tre settimane prima proprio dalla marchesa. E, ad un esame più approfondito, risultano entrambe due copie! Allora occorre andare a Parigi dove vivono certi fabbricanti specializzati di copie…Finale con “movente tra il serio e il faceto”.

Ancora un trio di lavori ben congegnato e assemblato dal nostro Mauro Boncompagni che mette bene in luce personaggi, situazioni e aspetti diversi nel panorama della letteratura poliziesca.